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Il Caviale Ferrarese

un'antica ricetta ritrovata

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La storia del famoso Caviale Ferrarese risale almeno alla prima metà del 1500, infatti il celebre Scalco della corte di Alfonso I° d'Este, Christofaro di Messisbugo, ne descrive la ricetta nel suo “Libro Novo nel qual s'insegna a far d'ogni sorte di vivanda” pubblicato postumo a Venezia nel 1557. Insieme alla descrizione di fastosi banchetti della corte Ducale ove venivano servite ogni sorte di manicaretti si descrive a pag. 110 la ricetta del “Caviaro per mangiare, fresco, o per salvare” Ovvero il caviale di storione per il consumo immediato o per la conservazione. La particolarità di questo prelibato caviale, che lo rende differente da tutti gli altri, era di essere cotto. Messisbugo, verosimilmente di origini fiamminghe, fu creato Conte Palatino da Carlo V per meriti culinari nel 1533 e morì a Ferrara nel 1548.

Certamente nel 1700 nel Po si pescavano molti storioni, come testimonia Joseph-Jérôme De Lalande nel suo celebre Voyage en Italie volume 8° pag. 269, pubblicato nel 1771 a Parigi e consultabile digitalmente sul sito della Biblioteca Nazionale di Firenze. Il caviale Ferrarese rimane nell'ombra per molti secoli fino a quando intorno al 1930 a Ferrara ricompare questa prelibatezza nella celebre rosticceria di via Mazzini di proprietà della “Nuta”, al secolo Benvenuta Ascoli, di origini ebraiche, che aveva imparato i segreti della lavorazione dello storione e del celebre caviale dal padre, che riforniva di delicatezze il ghetto ebraico. A quei tempi lo storione Beluga imperiale si pescava ancora abbondantemente nel Po, con esemplari di oltre 2 quintali e con 25 kg di uova ed il caviale della Nuta veniva venduto anche in Svizzera ed era considerato superiore a quello del Caspio. Purtroppo con le leggi razziali la Nuta deve scomparire da Ferrara, o forse muore, nel 1941, ed il negozio, spostato di ubicazione, viene rilevato dal garzone, Adolfo Bianconi, che prosegue la produzione del caviale per alcuni anni. Chiuso durante gli ultimi anni di guerra viene riaperto dalla moglie del Bianconi, Matilde Pulga, che aveva conservato la preziosa ricetta. Il negozio rimase aperto fino al 1972, ma nel frattempo la pesca si era molto rarefatta, gli storioni non risalivano più il Po troppo inquinato. Così la tradizione è di nuovo scomparsa e la ricetta, custodita nel più fitto segreto, pareva perduta. A questo punto interviene un notabile ferrarese, il Notaio Brighenti, mecenate e famoso buongustaio, che attraverso la sua rete di conoscenze riesce ad attivare l'allora Magnifico Rettore dell'Università di Padova, la cui moglie è di origine ferrarese, ed attraverso le di lei conoscenze riesce a recuperare la ricetta dalla comunità ebraica di New York. Dalla metà degli anni 70 e per un decennio il caviale ferrarese rinasce in casa del notaio Brighenti per merito della preziosa ricetta e della sua abile cuoca Giuseppina. Alla morte del notaio nel 1984 la Giuseppina eredita la ricetta e continua per alcuni anni la produzione del caviale per pochi fortunati, poi, vuoi per la difficoltà nell'approvvigionamento di storioni, vuoi per i costi elevati, questa prelibatezza scompare nuovamente nell'oblio. L'affascinante storia del Caviale Ferrarese può essere trovata in “Capoccia Grossa” lo storione del Po tra immaginario e cultura materiale, n° 31 dei Quaderni del centro etnografico ferrarese Ed Interbooks 1988-89. Un bellissimo racconto romanzato dell'epopea della pesca dello storione del Po si può trovare nel romanzo breve di Michele Marziani “La signora del Caviale”, Cult Editore 2009. A questo punto già stimolati da tempo da questa storia misteriosa e dal desiderio di riscoprire questa delizia, ed avendo la fortuna di conoscere molto bene la Signora Giuseppina, già cuoca del Notaio Brighenti, ci siamo intestarditi per trovare uno storione e per convincerla a rifare il caviale ferrarese. Lo storione è finalmente disponibile al bell'allevamento “gli storioni del Sile”, di Francesco Bresciani a Santa Cristina, ed è di ottima qualità. Dopo molti mesi di lotte e di ricerche finalmente l'obbiettivo è centrato, il caviale ferrarese rivive, e devo dire che le aspettative sono state di gran lunga ripagate, la celebre ricetta della Nuta, rielaborata dal brogliaccio medievale, dà un prodotto squisito e di rara raffinatezza. L'interessante storia del caviale Ferrarese è stata pubblicata nel libro di Michele Marziani, il Caviale del Po, una storia Ferrarese che può essere acquistato in formato digitale o cartaceo